La Vitamina D è fonte essenziale per il corretto sviluppo osseo e dentale dei bambini.
La Società Italiana di Pediatria e la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale hanno emesso il primo documento di consenso in Italia per fornire raccomandazioni mirate a prevenire la carenza di Vitamina D (ipovitaminosi D) in età pediatrica.
“In Italia – spiegano i portavoce delle due associazioni pediatriche – l’ipovitaminosi D interessa un bambino su due con picchi fino al 70% in età neonatale e adolescenziale”.

 

La Vitamina D è utile a prevenire il rachitismo e l’osteporosi, favorendo l’assorbimento del calcio e il mantenimento della salute ossea. Un individuo raggiunge il picco di massa ossea intorno ai 20 anni d’età. Maggiore è la massa ossea, minore è la probabilità di soffrire di osteoporosi, soprattutto nel caso delle donne, dopo la menopausa.

 

I bambini e i ragazzi più a rischio sono quelli con scarsa esposizione al sole, essenziale per attivare la sintetizzazione cutanea della Vitamina D da parte del nostro organismo. Altri fattori di rischio sono l’obesità, la carnagione scura e l’allattamento al seno prolungato senza supplementazione di Vitamina D.
Il latte materno, infatti, pur essendo ricco dei nutrienti necessari allo sviluppo del bambino, non soddisfa il fabbisogno giornaliero di Vitamina D.

 

Per questo motivo i pediatri italiani consigliano di somministrare la Vitamina D ai neonati per tutto il primo anno di vita.
Alle donne in gravidanza o in allattamento, invece, raccomandano di integrare la propria dieta con la Vitamina D.

 

L’integrazione vitaminica è raccomandata da 1 a 18 anni d’età solo in soggetti a rischio: ovvero con pelle ad alta pigmentazione, con ridotta esposizione solare, che seguono una dieta vegana o che abbiano insufficienza renale, epatite cronica, malattie infiammatorie croniche o siano obesi o celiaci.