Ognuno di noi ha il proprio rapporto con il sonno: c’è chi è mattiniero e la sera va a letto presto e chi invece al mattino fa fatica a svegliarsi mentre è più attivo la sera. C’è chi ha bisogno di almeno 7/8 ore di sonno a notte e chi invece è riposato dopo 6 ore. Se è vero che ognuno ha i propri ritmi, dettati da una serie di fattori come l’età, le abitudini di vita e i livelli di stress, è altrettanto vero che il nostro rapporto con le fasi della giornata e il riposo sono regolate da un orologio interno che detta le fasi del nostro ciclo sonno-vegli: il ritmo circadiano.

Cos’è il ritmo circadiano?

Può essere definito come l’orologio biologico interno che si occupa dei ritmi quotidiani di funzionamento del corpo umano. Esso, infatti, si basa su un periodo di 24 ore e si caratterizza come un sistema interno particolarmente complesso che interessa molteplici attività biologiche come per esempio: la pressione arteriosa, la temperatura del corpo, il tono muscolare, la frequenza cardia e, non da ultimo, il ritmo sonno-veglia.

Il funzionamento del ritmo circadiano si adatta alle diverse fasi della giornata, regolando le funzioni chiave dell’organismo, come il sonno o il metabolismo. Per questo motivo quando si crea una situazione di disallineamento, per esempio un cambio repentino di fuso orario, meglio conosciuto come fenomeno del jet-lag, ne risente il nostro benessere psico-fisico.

Dimmi quanto dormi e ti dirò chi sei

La durata del sonno non può essere standardizzato ed è chiaro che può variare da persona a persona: chi dorme tante ore, chi poche, chi si sveglia presto o, addirittura, chi non riesce a chiudere occhio per tutta la notte.

Nel corso della storia sono molteplici gli studi scientifici svolti sul sonno, in alcuni di questi ci si è concentrati sui ritmi circadiani individuali, fino ad arrivare a caratterizzare un gruppo per ciascuna “abitudine notturna”, definiti cronotipi: le allodole, i gufi e i colibrì.

  1. Le persone definite allodole sono identificabili come i mattinieri, coloro che tendono ad andare a letto presto, svegliandosi di conseguenza di prima mattina, senza accusare sonnolenza e sentendosi pieni di energia sin dalle prime ore della giornata;
  2. I gufi per contro prediligono la modalità inversa e sono, per questo, definiti serotonini. Le persone appartenenti a questo gruppo si svegliano solitamente con fatica, puntando tutto su grandi quantità di caffè per tentare di essere più efficienti possibile, iniziando a sentirsi più energici via via che la giornata arriva al tardo pomeriggio;
  3. Ultimi ma non meno importanti troviamo i colibrì ovvero coloro che hanno sviluppato un’ottima flessibilità agli orari “imposti” dalla frenesia quotidiana, rischiando però di abusare delle proprie risorse energetiche.

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