L’Italia è uno dei paesi con l’aspettativa di vita più elevata: secondo i dati dell’OMS del 2016 è al 6° posto, con un’aspettativa di vita totale di 82.7 anni e il numero di anziani è destinato ad aumentare nei prossimi decenni. Questo dato rende prioritaria la promozione di stili di vita che tutelino il mantenimento di una buona salute anche in età avanzata.

Ma cos’è che mette a rischio la salute nei paesi industrializzati? La seconda edizione della Review sull’integrazione alimentare, realizzata dall’associazione Integratori Italia, ci dice che “contribuiscono in parte i consumi eccessivi di categorie di alimenti e nutrienti dei quali sono noti gli effetti potenzialmente sfavorevoli, come il sale, le fonti di grassi saturi e trans, gli zuccheri, ma anche, e in misura maggiore, gli apporti non adeguati di alimenti e nutrienti che assumiamo meno di quanto sia invece raccomandato”.

Dunque l’alimentazione è nostra alleata per il mantenimento della buona salute, d’altronde anche Ippocrate, considerato il fondatore della scienza medica, esortava i suoi contemporanei dicendo: “Fa che il cibo sia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo”.

Il Global Burden of Disease, una raccolta di informazioni sulla salute degli abitanti di 195 Paesi condotta da più di 3500 ricercatori, indica che “promuovere l’apporto di specifici componenti favorevoli della dieta è probabilmente la strategia più efficace in termini di salute pubblica”.

Si parla dunque di nutrizione positiva: un approccio che punta a correggere le abitudini alimentari non solo limitando ciò che è dannoso, ma anche e soprattutto integrando ciò che ha effetti benefici sulla salute ma non viene introdotto in quantità sufficienti.

“Sebbene l’adozione di uno stile alimentare vario ed equilibrato – si legge nell’introduzione della Review – sia ritenuta sufficiente per garantire alla popolazione generale sana tutti i nutrienti necessari, sempre più osservazioni epidemiologiche supportano la necessità di una maggiore attenzione alla copertura del fabbisogno nutrizionale e al sostegno delle funzioni fisiologiche dell’organismo anche nei Paesi maggiormente industrializzati”.

Ma il fabbisogno di macro e micronutrienti non è lo stesso per tutti. Gli anziani, i bambini, le donne incinte, gli sportivi o anche le persone che escludono dalla dieta specifici alimenti: i fabbisogni specifici si differenziano molto.

Per questo si parla sempre più di personalizzazione della nutrizione, concetto all’interno del quale si inserisce anche l’utilizzo di integratori alimentari. Gli integratori, si legge nella Review, “in caso di aumentato fabbisogno o di apporto inadeguato di nutrienti con la dieta, possono rappresentare una valida e sicura opportunità per favorire l’assunzione ottimale di una o più sostanze e/o il sostegno di funzioni fisiologiche. Contribuendo in alcuni casi anche alla prevenzione di fattori di rischio di malattia, come ormai dimostrano numerose osservazioni epidemiologiche condotte in popolazioni numerose”.