Il ginkgo biloba fu citato per la prima volta nel 2800 a.C. nella Materia Medica Cinese, Pen T’Sao Ching, per l’uso nelle malattie respiratorie, cosi come per i benefici sulla funzione cerebrale, in passato infatti era considerato il rimedio principale per le perdite di memoria.

Nell’uso tradizionale, alle foglie, è attribuita un’azione antiossidante e sono considerate un aiuto e sostegno nei confronti di un eccesso di fenomeni ossidativi, che potrebbero causare un invecchiamento precoce a livello cellulare. Il ginkgo è ricco di sostanze attive che agiscono in particolar modo sulla microcircolazione. Infatti contiene una preziosa miscela di glucosidi flavonici e composti terpenici alle quali si deve l’attività biologica della pianta, specialmente nei confronti della microcircolazione, anche a livello cerebrale. In questo senso il ginkgo è indicato per favorire la memoria e le funzioni cognitive. Questa preziosa pianta sostiene, poi, la funzionalità del microcircolo e favorisce ed ottimizza la circolazione sanguigna di tutto l’organismo.